“Il Tempo di un Sorriso” di Salvatore Giambelluca

Il Tempo di un Sorriso

Il Tempo di un Sorriso

Siamo nella calda e soleggiata Sicilia. Qui vive il nostro protagonista, Matteo che (come spesso succede a chi vuole realizzare i propri sogni) lascia la sua terra natia, la sua famiglia e Luisa (l’amica di sempre) per trasferirsi a Roma. In realtà non è un vero e proprio trasferimento: è solo un colloquio, ma si sa che al sud è subito partenza permanente!
Il testo scorre velocemente e subito entriamo nella vita di Matteo che con i suoi dubbi e le sue paure sale su quell’aereo lasciandosi tutto alle spalle per andare incontro verso quello che spera diventi il suo futuro: il giornalismo, una carriera che suo padre non ha mai neanche preso in considerazione, perché un posto nelle Ferrovie dello Stato sarebbe decisamente più sicuro.

“Non saprei perché dovreste prendere me signore. La mia presunzione non arriva ai livelli di chi davanti ad uno del suo calibro inizia a elencare i tanti motivi per la quale dovrebbe essere il migliore”.

Veniamo rapiti dalla determinazione di Matteo dalla sua voglia di crescere, della sua ostinazione a realizzare i suoi sogni, superando il dolore procurato da Elena che un anno prima gli aveva spezzato il cuore senza nemmeno l’onestà di una spiegazione, e rivivendo la gioia per aver ritrovato il suo amico Roberto, l’amico di sempre, l’amico di telefonate interminabili dopo essersi trasferito a Roma col padre in seguito alla morte di sua madre.

“Mi manca la mia famiglia, mi manca Luisa, mi mancano i luoghi dove sono cresciuto, ma la presenza di Roberto attutisce ogni nostalgia. Con lui mi sento a casa”.

Man mano che Matteo inizia a vivere a Roma, ripercorriamo a ritroso la sua vita: dall’innocenza adolescenziale alla consapevolezza della maturità. Eppure, ogni suo gesto, ogni sua parola durante la settimana di prova in uno dei giornali più famosi sul suolo capitolino, portano un volto ed un nome sussurrato ma che si imprime a fondo nella memoria di Matteo: Arianna, conosciuta sull’aereo per Roma, e la promessa di un caffè.

“Guardo il cellulare ogni volta che me lo trovo davanti. Spero di trovare una sua chiamata, un suo messaggio”.

È il libro debutto di Salvatore Giambelluca e scorre e cattura, emoziona e ci imprigiona come farebbe un libro di Fabio Volo.
C’è una sorta di omissione in queste pagine: non un nome sicuro, non una via precisa; quindi ogni luogo di Roma potrebbe essere la strada percorsa da Matteo.
Un viaggio per inseguire un sogno: un viaggio che potrebbe essere quello che ognuno di noi ha fatto e che qualcun altro vorrebbe avere il coraggio di fare.
È proprio il libro ideale per questa fine dell’anno, dove si tirano le somme col passato e si cerca di affrontare il futuro con uno spirito nuovo.

“Se non hai paura di sbagliare, di apparire imperfetto, non ci sarà mai gusto”.

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